Le patologie del cappotto termico legate al supporto e al collante
Sempre più sovente si vedono facciate con cappotto termico che presentano varie patologie. In questo articolo si analizzeranno quelle legate al supporto e al collante cercando di spiegare quali sono le cause che determinano l'insorgenza delle patologie, col fine dichiarato di aiutare i progettisti, i direttori dei lavori e gli installatori, a prevenirle.
Le patologie del cappotto termico: perché e come
Conoscere per prevenire
Un vecchio adagio ricorda che "prevenire è meglio che curare". Un pò sfruttato, magari, ma sempre valido.
In questa breve serie di articoli, che prende avvio proprio con questo, cercheremo di spiegare quali sono le cause che determinano l'insorgenza delle fastidiose e pericolose patologie in un cappotto termico, col fine dichiarato di aiutare i progettisti, i direttori dei lavori e gli installatori, a prevenirle, per evitare che questo prezioso strumento, indispensabile per raggiungere il traguardo generazionale della neutralità carbonica e climatica, si ammali e che si debbano mettere in campo cure costose e a volte complicate o, addirittura, inutili.
Semplice ma complesso
Il cappotto termico si basa su un'idea estremamente semplice che prende ispirazione dalla nostra abitudine, umana, di coprirci in inverno con un cappotto per combattere il freddo. Ma, come ben sanno i sarti, confezionare un cappotto è tutt'altro che semplice, anzi piuttosto complesso: richiede tessuti adatti e poi tele, fusti, fodere, bottoni e accessori da cucire assieme con esperienza e maestria. La medesima considerazione può essere fatta anche per il cappotto termico. Idea semplice ma realizzazione complessa.
Un cappotto termico è composto, necessariamente, da otto strati che chiameremo "funzionali" perché ognuno di essi è chiamato a svolgere una "funzione" specifica, un compito ben definito. Ogni strato ricopre un ruolo insostituibile.
La stratigrafia di un cappotto prevede:
0. parete di appoggio o supporto
1. la colla di adesione o collante, che deve far aderire saldamente il pannello isolante al supporto;
2. il pannello isolante, che deve garantire la resistenza termica del sistema;
3. i tasselli, che fissano meccanicamente i pannelli al supporto;
4. l’intonaco di fondo, che ricopre il pannello e ingloba la rete d’armatura;
5. la rete di armatura in fibra di vetro, che posta all’interno dello strato di intonaco evita la formazione di cavillature o fessurazioni;
6. l’intonaco rasante, che ricopre la rete d’armatura, e assicura la resistenza agli urti;
7. il primer, che aiuta l'adesione dello strato di finitura alla rasatura;
8. l’intonaco di finitura con pittura finale, che è la parte esterna del cappotto e che deve garantire l’impermeabilità alla pioggia e al vento oltre che la valenza estetica voluta.
Fig. 1 - Gli strati funzionali del cappotto termico (immagine tratta dal libro Le patologie del cappotto termico - Sergio Pesaresi - Maggioli editore)
A questi otto componenti principali si aggiungono gli elementi accessori - quali angolari, gocciolatoi, profilo di partenza, rete angolare - che contribuiscono localmente al buon funzionamento del cappotto.
Come prevenire le patologie
Cominciamo ora ad analizzare ogni singolo strato funzionale del cappotto termico per capire quale sia la sua funzione peculiare e quale sia la corretta modalità di posa. In questo modo saremo in grado di prevenire patologie future o, nel caso si siano già verificate, diagnosticare i motivi che le hanno generate.
Analizziamo il supporto
Non si tratta, a rigore, di uno strato funzionale del cappotto termico ma è necessario comunque analizzarlo perché rappresenta, di fatto, la superficie di appoggio primaria ed il sostegno sul quale tutte le forze e le sollecitazioni in gioco, confluiscono.
Il supporto va adeguatamente preparato sia per assicurare la posa corretta che per evitare patologie dipendenti da esso.
Le patologie riconducibili al supporto
Le patologie riconducibili alla mancata o errata preparazione del supporto sono di norma gravi perché riguardano
- l'evidente mancanza di planarità e quindi di uniformità della superficie
- il distacco o addirittura la caduta di parte dei pannelli o dell’intero cappotto.
La prima patologia è visibile nelle immagini seguenti nelle quali si nota l'evidente effetto di "carta stropicciata" della superficie dovuta, in parte, proprio alla mancata planarità e regolarizzazione dello strato di supporto.
In particolare: devono essere preventivamente rimosse le cause che determinano l'umidità di risalita o le efflorescenze saline; va effettuata la prova di sfregamento con il palmo della mano per verificare che non vi siano polveri in superficie che, nel caso, vanno rimosse tramite spazzolatura o lavaggio con getto d’acqua ad alta pressione.
Va effettuata una prova di incisione e "di strappo" per valutare la resistenza e l'adesione dello strato superficiale.
Vanno individuate le parti di intonaco distaccato e la presenza di bolle d'aria sotto lo strato esterno attraverso la percussione effettuata con martellino. Vanno effettuate le prove di planarità orizzontale e verticale utilizzando la staggia da 4 m e/o il filo teso e nel caso, procedere con la regolarizzazione delle superfici con malta idonea.
Va infine verificato che il supporto sia in grado di sostenere le forze e le sollecitazioni che il cappotto scaricherà su di esso quali la forza-peso verticale dell'intera stratigrafia e la resistenza allo strappo (pull-out) dei tasselli.
Le patologie riconducibili al supporto
Le patologie riconducibili alla mancata o errata preparazione del supporto sono di norma gravi perché riguardano
- l'evidente mancanza di planarità e quindi di uniformità della superficie
- il distacco o addirittura la caduta di parte dei pannelli o dell’intero cappotto.
La prima patologia è visibile nelle immagini seguenti nelle quali si nota l'evidente effetto di "carta stropicciata" della superficie dovuta, in parte, proprio alla mancata planarità e regolarizzazione dello strato di supporto.
Fig. 3 - La mancanza di planarità del supporto provoca disuniformità nella superficie del cappotto (immagine tratta dal libro Le patologie del cappotto termico - Sergio Pesaresi - Maggioli editore)
La seconda patologia è invece rappresentata dalle immagini seguenti che riportano casi di distacco parziale dei pannelli. Analizzando le immagini risulta evidente che le bolle di collante sono rimaste attaccate solo ai pannelli caduti e che sulle pareti non appaiono neppure le tracce o impronte di queste bolle di collante distaccato.
Fig. 4 - Distacco parziale dei pannelli isolanti per insufficiente aderenza del collante al supporto (immagine tratta dal libro Le patologie del cappotto termico - Sergio Pesaresi - Maggioli editore)
E', pertanto, evidente che la superficie del supporto non è stata, preventivamente, né pulita né spolverata per cui il collante non ha fatto presa e si è distaccato con facilità. Per comprendere il fenomeno possiamo immaginare di appoggiare un nastro adesivo sul nostro tavolo: se il tavolo è pulito il nastro rimane attaccato alla superficie e non riesco a staccarlo. Se, invece, il tavolo è ricoperto di farina il nastro adesivo non riesce ad aderire alla superficie e non oppone così alcuna resistenza se provo a staccarlo da essa.
Fig. 2 - Le prove da effettuare sul supporto: spolvero della superficie, rigatura per verificare la consistenza della superficie e la pulizia (immagine tratta dal libro Le patologie del cappotto termico - Sergio Pesaresi - Maggioli editore - gentile concessione Roefix)
Il collante
Il collante è uno strato che è chiamato ad assolvere, nel medesimo tempo, a più funzioni e tutte di importanza fondamentale.
Innanzitutto deve garantire il collegamento del pannello isolante al supporto e questo implica che su di esso (e in parte, vedremo, sui tasselli) grava la totalità delle forze e delle sollecitazioni, interne ed esterne, che interessano il cappotto: la componente verticale e la componente flessionale (dovuta all'eccentricità) del peso proprio degli strati, gli sforzi di trazione dovuti al vento in depressione, le sollecitazioni dovute alle deformazioni reciproche fra gli strati in occasione di variazione di temperatura e di umidità.
Inoltre deve assorbire le sollecitazioni che vengono a determinarsi nel piano del pannello isolante e che possono provocare i cosiddetti "effetto materasso" e "effetto cuscino". Infine deve evitare che si formino le correnti d'aria fredda parassite fra pannello e supporto, fenomeno detto "effetto by-pass", che vanificano la funzione termica affidata al cappotto.
Affinché sia in grado di svolgere queste importanti funzioni il collante deve essere posato o sull'intera faccia posteriore del pannello (incollaggio a tutta superficie) o sul perimetro della faccia posteriore (ma non sui bordi!) e su punti interni (di solito tre) in modo da garantire, una volta schiacciata la colla, la ricopertura di almeno il 40% della superficie del pannello (incollaggio perimetrale e a punti centrali).
Fig. 5 - Incollaggio corretto non corretto (immagine tratta dal libro Le patologie del cappotto termico - Sergio Pesaresi - Maggioli editore)
Fig. 6 - Incollaggio corretto dei pannelli isolanti (immagine tratta dal libro Le patologie del cappotto termico - Sergio Pesaresi - Maggioli editore)
Fonte Ingenio