Bonus ristrutturazione al familiare convivente; i chiarimenti del Fisco
Il bonus ristrutturazione può essere usufruito anche dal familiare convivente? Alla domanda ha risposto il Fisco, che ha precisato quando spetta il beneficio. Si ricorda che la detrazione Irpef del 50% sulle spese per la ristrutturazione di abitazioni e parti comuni di edifici residenziali con un limite massimo di spesa di 96.000 euro per ciascuna unità immobiliare è attiva fino al prossimo 31 dicembre.
Chi può portare in detrazione le spese di ristrutturazione?
Nel fornire i suoi chiarimenti, il Fisco ha spiegato che tra i contribuenti che possono richiedere la detrazione per il recupero del patrimonio edilizio, prevista dall’articolo 16-bis del Tuir, è compreso il familiare convivente del possessore o detentore dell’immobile oggetto dell’intervento, quindi il coniuge, i parenti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo grado
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Quando il coniuge può detrarre le spese di ristrutturazione?
Il Fisco ha poi spiegato che, nel caso in cui la detrazione per il recupero del patrimonio edilizio sia richiesta dal familiare convivente del possessore o detentore dell’immobile oggetto dell’intervento, ferme restando le altre condizioni previste dalla legge per avere diritto all’agevolazione fiscale, la detrazione spetta anche quando le abilitazioni amministrative richieste dalla legislazione edilizia, in relazione alla tipologia di lavori da realizzare (concessioni, autorizzazioni, eccetera), sono intestate al proprietario dell’immobile e non al familiare.
In conclusione, il Fisco ha ricordato che per poter usufruire della detrazione è necessario che lo status di convivenza si verifichi già al momento in cui si attiva la procedura o alla data di inizio dei lavori e sussista al momento del sostenimento delle spese ammesse alla detrazione, anche se antecedente lo stesso avvio dei lavori.