L'importanza di riqualificare gli edifici: spunti di riflessione per tecnici, legislatori e gente comune
La nuova direttiva EPBD IV impone obblighi precisi per la riqualificazione energetica degli edifici. Esempi concreti dimostrano come l'isolamento possa ridurre i consumi fino al 63%, mentre l'introduzione del "passaporto della ristrutturazione" guida interventi mirati per ottimizzare le performance energetiche. Di questi temi ne ha trattato l'Ing. Valeria Erba, presidente ANIT.
Riqualificazione edifici esistenti: obiettivo fondamentale
La riqualificazione degli edifici esistenti diventa un obiettivo fondamentale per il prossimo futuro. Durante il 6° Congresso ANIT il 21 22 novembre 2024 in varie sessioni tecniche del primo giorno e soprattutto nelle tavole rotonde del secondo giorno verranno approfonditi sia gli obblighi ma soprattutto i vantaggi che tali interventi possono fornire.
Inoltre le 24 aziende nell’area espositiva potranno rispondere a questa necessità presentando tanti prodotti e sistemi tecnologici.
In questo articolo vengono sintetizzati necessità e vantaggi della riqualificazione energetica.
Il 25 settembre 2015 l’Assemblea generale dell’Onu ha sottoscritto l’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile. L’Agenda prevede 17 Obiettivi SDG (Sustainable development goals), inglobati in un grande programma d’azione che individua ben 169 target o traguardi.
Il “Goal 7: energia pulita e accessibile”, riguarda anche gli edifici e prevede, tra gli altri traguardi, un aumento della quota di FER e il raddoppio del tasso globale di miglioramento dell’efficienza energetica.
Il 14 ottobre 2020 in Europa viene redatta la Renovation Wave strategy. Tra gli obiettivi primari ritroviamo:
- raddoppiare il tasso annuo di rinnovamento energetico degli edifici entro il 2030 e promuovere ristrutturazioni profonde di più di 35 milioni di edifici e la creazione di fino a 160 000 posti di lavoro nel settore edile.
- ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra dell'intera economia dell'Unione di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990
Tra gli strumenti utili al raggiungimento di questi obiettivi, era contemplata anche la revisione della direttiva europea sull’efficienza energetica EPBD. E il 28 maggio 2024 entra infatti in vigore la nuova EPBD 4.
Questo nuovo documento presenta il quadro della situazione nell’UE, e conferma che il 75% degli edifici è energeticamente inefficiente. Gli edifici sono una delle maggiori fonti di inquinamento, infatti, il 40% del consumo finale di energia e il 36% delle emissioni di gas a effetto serra nell’UE è dovuto agli immobili.
In Italia, in base al Rapporto annuale di ENEA sull’efficienza energetica del 2023, gli immobili certificati sul SIAPE mostrano un buon miglioramento delle prestazioni energetiche tra il 2021 e il 2022, con l’incremento di circa il 4,5% dei casi ricadenti nelle classi energetiche comprese tra A4 e B (15.4%). Le classi peggiori, F e G, scendono al 51,3%, mentre quelle intermedie – da C a E – rimangono stabili.
È importante sottolineare che, malgrado il quadro sia parziale, per i dati del 2022 più del 70% degli edifici residenziali in Italia risultano sotto la classe energetica E (figura 5.3)
Figura 5.3. Distribuzione percentuale per destinazione d'uso secondo la classificazione da D.P.R 412/1993 e, per ogni classificazione, per classe energetica in base all'analisi degli APE immessi nel SIAPE ed emessi nel 2022 (Fonte: Elaborazione ENEA su dati SIAPE)
Diventa prioritario, quindi, lavorare sulle costruzioni se si vuole combattere il cambiamento climatico e migliorare le condizioni ambientali del nostro pianeta. L’Unione Europea ribadisce che gli investimenti nell’efficienza energetica dovrebbero essere considerati come un’alta priorità sia a livello privato che pubblico.
Nella Raccomandazione UE 2021/1749 della commissione del 28 settembre 2021, viene ribadito il principio dell’efficienza energetica al primo posto e vengono evidenziati i vantaggi derivanti dall’efficienza energetica su tutti e tre i pilastri dello sviluppo sostenibile: ambientale. sociale ed economico. (Grafico 1)
LEGGI ANCHE: Miglioramento della classe energetica di un edificio puntando sulle fonti rinnovabili: gli scenari d'intervento
Possibili vantaggi derivanti dall'efficienza energetica. (Fonte: Commissione europea sulla di Odyssee-Mure)
L’Unione Europea prevede come obiettivo primario quello di raggiungere un parco immobiliare a emissioni zero entro il 2050, tenendo conto delle condizioni locali, delle condizioni climatiche esterne, delle prescrizioni relative alla qualità degli ambienti interni, e dell’efficacia sotto il profilo dei costi.
Nel caso degli edifici residenziali, il raggiungimento dell’obiettivo passerebbe dalle riduzioni percentuali del consumo medio di energia primaria in kWh/(m2.a) dell’intero parco immobiliare di almeno il 6% rispetto al 2020 entro il 2030, e di almeno il 20% entro il 2035; altri valori percentuali saranno definiti in funzione della situazione degli immobili successiva.
Con edificio a emissioni zero, si intende un immobile con fabbisogno di energia quasi nullo e coperto totalmente da fonti rinnovabili. Il primo passo, fondamentale, è la riduzione della richiesta energetica, che può essere garantita solo con interventi sull’involucro mirati e corretti.
Di seguito, riporto alcuni esempi di edifici realmente riqualificati con i relativi valori degli indici di fabbisogno energetico pre e post intervento.
Dallo studio, è immediato verificare come la riqualificazione degli edifici porti a riduzioni molto importanti dell’indicatore di fabbisogno di energia legato all’involucro dal punto di vista invernale, e quindi riduzioni delle dispersioni, dei consumi, e della richiesta energetica finale.
Nella prima tabella troviamo i risultati per diversi edifici in zona climatica E; nelle tabelle 2 e 3, invece, mostriamo due casi significativi: il primo con isolamento verticale e copertura, che ha portato a ridurre i consumi del 63%, mentre il secondo a seguito di una riqualificazione globale dell’involucro ha permesso di ridurre i consumi di un grosso complesso di condomini del 65%.
Tabella 1: interventi in zona E: isolamento superfici verticali (ANIT)